Calendario spettacoli
Gio, 27—Marzo—2025
Ore 20:30
Arlecchino muto per spavento
Teatro Paolo Maurensig- Feletto Umberto
Rassegna:
Stagione 2024/2025 - Prosa
Stagione 2024/2025 - Prosa
Biglietti
ERT FVG
APERTURA BIGLIETTERIA
c/o Teatro Paolo Maurensig
(lunedì-mercoledì-venerdì ore 17:00-19:30)
INFORMAZIONI
-> Sezione biglietteria
biglietteria@fondazionebon.com
T. +39 0432 543049
Gio, 27—Marzo—2025
Ore 20:30
Arlecchino muto per spavento
Teatro Paolo Maurensig- Feletto Umberto
Rassegna:
Stagione 2024/2025 - Prosa
Stagione 2024/2025 - Prosa
Artisti
soggetto originale e regia Marco Zoppello
con Sara Allevi, Marie Coutance, Matteo Cremon,
Anna DeFranceschi, Pierdomenico Simone, Michele Mori,
Stefano Rota, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppello
produzione Stivaccio Teatro, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Verona
Spettacolo
ispirato al canovaccio Arlequin muet par crainte di Luigi Riccoboni
Uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del Settecento, qui riproposto per la prima volta in epoca moderna, Il muto per spavento rappresenta un grande omaggio alla Commedia dell’Arte e all’abilità tutta italiana del fare di necessità virtù.
1716: dopo circa quindici anni di esilio forzato i Comici Italiani tornano finalmente ad essere protagonisti del teatro parigino e lo fanno con una compagnia di tutto rispetto. Luigi Riccoboni in arte Lelio, capocomico della troupe, si circonda dei migliori interpreti dello stivale tra cui, per la prima volta in Francia, l’Arlecchino vicentino Tommaso Visentini (nomen omen), pronto a sostituire lo scomparso e amato Evaristo Gherardi. Ma il Visentini non parlava la lingua francese, deficit imperdonabile per il pubblico della capitale. Ed è qui che emerge il genio di Riccoboni nell’inventare un originale canovaccio dove il servo bergamasco diviene muto…per spavento!
Questo Arlecchino, sicuramente originale per la scelta del canovaccio inedito e per la volontà di riportare alla ribalta dopo almeno vent’anni, anni di silenzio la Commedia dell’Arte con il suo “repertorio” di strumenti del mestiere come la recitazione, il canto, la danza, il combattimento scenico, i lazzi e l’improvvisazione, testimonia la scelta di voler fare un “teatro d’arte per tutti”, come la vera e profonda vocazione di Stivalaccio Teatro.